Per la realizzazione di un qualsiasi progetto, sia esso pubblico che privato, è necessaria una quantificazione della spesa che dovrà essere sostenuta. Una sorta di “preventivo” più o meno complesso e dettagliato, a seconda della tipologia di lavoro.
Per interventi piuttosto corposi, e comunque, sempre, per i Lavori Pubblici, deve essere redatto il Computo Metrico, che va a definire le quantità dell’intervento.
Il Computo Metrico diventa Estimativo (CME) quando, a ciascuna quantità viene associato ed applicato un prezzo unitario. Nel suo complesso quindi il CME fornisce la stima del costo generale dell’opera.
E’ quindi ben evidente come il computo sia tra i documenti cardine, poiché individua il range economico di un intervento con tutte le relative conseguenze (fattibilità, bilanci, etc.).
Computo metrico in ambito pubblico o privato
L’impostazione di un computo metrico in ambito pubblico o privato è sostanzialmente la stessa.
A fare la differenza sono generalmente i prezzi assunti: per il pubblico infatti è preferibile fare riferimento a prezzari regionali, Camera di Commercio, DEI, etc. Quindi comunque elenchi prezzi individuati come riferimento in un ampio ambito territoriale.
Laddove non sia possibile reperire prezzi già “codificati” sarà necessario redigere delle nuove voci e relativi nuovi prezzi: la base sono le offerte di mercato, le richieste di preventivi, altri computi o offerte delle Ditte per interventi equivalenti.
La quantificazione nel computo metrico estimativo
Il computo metrico definisce quindi le quantità del progetto. Per meglio approfondire e capire alcuni aspetti, prendiamo ad esempio il caso di realizzazione di un nuovo tratto di fognatura per il collettamento dei reflui civili.
La quantificazione può essere condotta considerando i lavori:
- “a misura”: quando la geometria e le quantità sono ben definibili e misurabili. Ad esempio, a misura si considerano la lunghezza del tubo, il numero di pozzetti di ispezione, la sabbia di avvolgimento, etc.
- “a corpo”: quando le lavorazioni sono più complesse e difficilmente descrivibili mediante singole quantità. Ad esempio, il piping di un impianto di sollevamento, costituito da tubi, valvole, staffe, saracinesche, giunti, bulloni, etc. viene generalmente considerato come voce a corpo.
E’ opportuno sottolineare che la voce a corpo è unica per una specifica lavorazione e deve contenere tutte le caratteristiche dimensionali utili all’Impresa per realizzare l’opera. Sul computo, la quantità risulterà pari a 1, ma la voce dovrà contenere l’indicazione sul numero dei pezzi necessari. Insomma, la quantità della voce a corpo non potrà mai essere 2 o più, come a volte si vede nei computi.
Il presupposto che ritengo fondamentale è che il computo metrico estimativo sia ben comprensibile da chi lo consulta e lo legge.
E’ chiaramente necessaria una minima conoscenza dell’intervento che si intende realizzare, ma nel computo devono essere riportati riferimenti al progetto, alle tavole grafiche, commenti, indicazioni sui ragionamenti condotti, in modo tale da essere il più possibile chiaro per chi non l’ha redatto.
Spesso si scherza dicendo che si fa prima a rifare un computo che a mettere mano nel lavoro fatto da altri. Spesso è così, ma se il CME è fatto bene ci si può orientare tra i numeri con una certa tranquillità.
Personalmente ho una certa predilezione per la redazione del computo metrico. Certo, mi piace la matematica, ma la cosa più affascinante è indubbiamente la necessità di ragionare in modo continuo e completo su ogni singola lavorazione che deve essere eseguita, in modo tale che siano correttamente quantificate e poi saldate alla ditta esecutrice.
Nel prossimo articolo, andremo a chiarire con un esempio pratico questi concetti espressi in via del tutto generale.